«Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro! Guai a quelli che si ritengono saggi e si credono intelligenti! Guai a quelli che sono prodi nel bere il vino e abili nel tagliare le bevande alcoliche; che assolvono un malvagio per un regalo e privano del giusto del suo diritti! Perciò, come una lingua di fuoco divora la stoppia e come la fiamma consuma l’erba secca, così la loro radice sarà come marciume, e il loro fiore sarà portato via come polvere; perché hanno rifiutato la legge del Signore degli eserciti e hanno disprezzato la parola del Santo di Israele». Isaia 5:20-24.

Premessa di Pierluigi Luisetti

Al fine di potermi documentare bene sull’argomento dell’omosessualità, tra le altre cose ho letto in francese la tesi di laurea di Pierre Simmoneau (citato più avanti anche da Visigalli). Per chi capisce il francese la si può scaricare in fondo all’articolo; ne consiglio la lettura per approfondire. Anche se la tesi è stata scritta 30 e più anni fa, non ha perso di attualità in quanto le realtà sono invariate, anzi accentuate in dismisura. A pagina 8-9 c’è una citazione espressa da un dirigente omosessuale di San Francisco che mi ha veramente colpito profondamente:

«Non esiste in tutta la città uno che desidera cambiare. Voi predicatori, perdete il vostro tempo. Non siamo ammalati e non abbiamo bisogno di una cosiddetta guarigione. Siamo fieri di quello che siamo, e nella maggior parte adattati meglio di voi tutti; abbiamo il santo diritto di sentirci offesi della condotta di questi religiosi fanatici che vengono nei nostri quartieri per cercare di cambiarci».

Che cosa si può rispondere a un’affermazione perentoria come questa?

Il pastore avventista Domenico Visigalli (foto), già reso noto nel mio sito attraverso i suoi numerosi e variegati Seminari biblici, nello studio-sermone dal titolo “L’omosessualità di fronte alla Bibbia” (Parte 1 e 2, anno 2000), nel corso della prima parte dà un vibrante commento. Per non appesantire troppo la lettura, la mia trascrizione è parziale, ossia si avvale di una selezione dei soli passaggi salienti.

Pastore Domenico Visigalli

Visigalli: Minuti 9:40. Dobbiamo renderci conto di vivere in un mondo che ha perso quasi interamente il senso dei valori tradizionali di bene e di male, non conoscendo o avendo rigettato la legge di Dio. Chi dà più credito alla legge di Dio? Nelle chiese cristiane che si lasciano guidare dalla cosiddetta “teologia liberale”, c’è un totale rigetto dell’ispirazione e dell’autorità della Bibbia. Mi domando cosa sia e a quale razza di teologia sia questa teologia che rigetta l’autorità della Bibbia e la sua ispirazione. Questo è praticamente l’apice dell’apostasia. Le Scritture vengono considerate solo come semplici scritti umani, per cui i concetti di peccato, colpa, responsabilità individuale, pentimento, conversione, ubbidienza alla legge di Dio — espressione della sua volontà — hanno perso il loro significato. E qui parlo di credenti, cosiddetti credenti. Cosa questi credenti credano non lo so, ma dicono di essere credenti. Ci sono non solo credenti membri di chiesa, ma ci sono dei pastori, dei cosiddetti ministri di culto,[1] ministri di Dio che si accodano a queste conclusioni bizzarre, assolutamente inconcepibili per noi credenti nell’ispirazione e nell’autorità della Bibbia. Per conseguenza, quando la Bibbia condanna chiaramente l’omosessualità, viene respinta con un Via, via, sono cose di altri tempi! E il problema viene spiegato, largamente giustificato, ma studiato dal punto di vista psicologico, storico, ambientale, con grande, grandissima apertura permissiva, stravolgendo in questo modo il significato dei testi biblici in esame, come vedremo. E invece? L’omosessualità è un problema le cui dimensioni sono spirituali, prima che psichiche; è un problema di ordine evidentemente spirituale, con dei riflessi psicologici, ambientali, eccetera.


[1] Un ministro di culto della Chiesa battista afferma (2011) a questo link che “la relazione amorosa omosessuale è sacramento”. Vedi: http://www.solidando.net/teologia/testi/convivenzem7.htm

Visigalli: Minuti 13:03. Adesso voi mi domanderete: c’è una posizione ufficiale della Chiesa Avventista sull’omosessualità? Certo che c’è, eccome. La leggeremo piu avanti. Intanto, traggo quanto segue dalle riflessioni di Pierre Simonneau, un nostro fratello, insegnante, apparse sul periodico dei pastori alcuni anni fa: “Bibbia e pulpito”, numero uno, 1992.

Simonneau: Minuti 13:44. Intanto ricordiamo che fin dal  1981 nel comitato di primavera, la Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno espresse la sua posizione nei riguardi dell’omosessualità, stabilendo che la chiesa non può chiudere gli occhi sulla pratica dell’omosessualità, ma che i suoi sforzi devono concentrarsi su coloro che decidono di essere aiutati e liberati.

Visigalli: Minuti 14:23. E qui apro una piccola parentesi: se i nostri fratelli hanno detto ciò, si deve essere verificato, o si sta verificando ancora questo fenomeno di cui non so se riferito agli Stati Uniti Uniti o anche altrove. Vi sono degli omosessuali che si riuniscono in comunità religiose, prendendo il nome degli Avventisti del Settimo Giorno.

Posizione ufficiale avventista già nel 1981

Visigalli: Minuti 15:04. La chiesa si trova nell’impossibilità di garantire per delle organizzazioni o degli individui che sostengono che l’omosessualità deve essere considerata come un’alternativa accettabile. La chiesa non può trattare con gruppi organizzati che si autodefiniscono gay o lesbiche del Settimo Giorno. Come non può stabilire “relazioni diplomatiche” con questi gruppi, perché una tale attitudine può essere considerata come un riconoscimento e il sostentamento ufficiale di una filosofia o di uno stile di vita contrari alla norma cristiana.

Simonneau: Minuti 19:30. Non si può, ad ogni modo, distaccarsi da un sentimento di disagio e di imbarazzo, perché le chiese cristiane, purtroppo, restano ugualmente divise sulla questione dell’omosessualità. Lo stesso ventaglio di opinioni e di attitudini pastorali diversi in ciascuna delle confessioni — visto che non non vi è una uniformità di pensiero — lasciano comprendere che il problema non è di ordine confessionale ma di ordine teologico. Dobbiamo una volta di più constatare che, in genere, si cerca di difendere i diritti dell’uomo e, invece, pochi sono quelli che difendono i diritti di Dio e della sua legge. Ricordiamo le parole del Salmista a questo proposito (Salmo 119:136): «Rivi di lacrime mi scendono giù dagli occhi perché la tua legge non è osservata». Non dimentichiamo mai che l’uomo non ha solo diritti, ma anche doveri da compiere”.

Visigalli: (…) Minuti 34:48. Quindi, noi ci troviamo di fronte a una cristianità che ha perso il senso del bene e del male perché ha perso il senso della sacralità del testo. Viviamo in una cristianità che dice — in troppi casi — che la legge è stata abolita. Da un’altra parte abbiamo una cristianità che si è permessa di cambiare il testo della legge, mostrando il rigetto della legge, il non rispetto della legge. Ma che cosa vogliamo che avvenga a noi oggi quando la gente ragiona in questa maniera? Questi sono i risultati di un problema che è a monte, di non fede, di ripudio della liberazione. Se un peccatore non desidera cambiare, non c’è niente da fare. FINE

L’omosessualità di fronte alla Bibbia – parte 1
L’omosessualità di fronte alla Bibbia – parte 2

Trascrizione parziale, parte 1, scaricabile.

© Pierluigi Luisetti


Pierre Simonneau: Vedi anche LE CHRETIEN ET L’HOMOSEXUEL: porte ouverte sur une croissance interrompue (Tesi di 143 pp.) presentata all’istituto avventista di teologia a Collonges-sous Salève, Francia, 1989. La tesi in francese è scaricabile.