«Molti oggi si ingannano come si ingannarono gli ebrei. I teologi leggono la Bibbia e la comprendono alla luce della loro mentalità e delle tradizioni, mentre il popolo non investiga per conto proprio le Scritture e non ricerca la verità, ma rinuncia al proprio giudizio e affida il proprio spirito ai capi». Ellen G. White da “La speranza dell’uomo”, cap. 50.

L’immortalità dell’anima non è innata ma condizionata al ritorno di Cristo. L’immortalità classica dell’anima presuppone il premio o il castigo subito dopo la morte, una cosa totalmente contraria alla Bibbia. Perché si crede a questo grande errore?

IL MALINTESO SULL’ANIMA

Gran parte dei malintesi nella lettura della Bibbia avvengono a causa della parola “anima”. Questo accade perché per molti anni ci hanno insegnato erroneamente che quando uno muore, se è stato buono la sua “anima” va in cielo, nel mondo riservato ai beati; se è stato ribelle alla volontà di Dio va all’inferno, dove è tormentato nelle pene eterne. Inoltre, a molti cristiani non è neppure chiaro il pensiero biblico del trittico corpo-anima-spirito che rende le cose molto più complicate perché non vengono studiate a fondo. Studiare a fondo significa indagare anche come fu scritto un determinato testo in greco e non affidarsi a una delle tante chiavi bibliche che sono state pubblicate, siano esse di stampo evangelico che cattolico! Nel caso, se cercassimo nella propria chiave biblica, troveremmo al capitolo “Ritorno di Cristo”, almeno sette parole diverse: Parusia, ritorno, presenza, venuta, apparizione, manifestazione, beata speranza. Tutte si riferiscono allo stesso evento usate con parole diverse secondo il contesto esposto dallo scrittore. Anche la parola “anima” deve essere compresa nel suo contesto. Più avanti vedremo alcuni esempi che faranno chiarezza sull’interpretazione.

Il Nuovo Testamento è stato notoriamente scritto in greco antico. Dai testi che disponiamo (copie di manoscritti antichi, p. es. Codex Sinaiticus, Codex Alexandrinus) furono fatte le traduzioni nelle varie lingue e noi, non essendo degli esperti in quella materia, dobbiamo fare affidamento a queste traduzioni. I sostantivi Vita-anima-persona-sangue sono usati molte volte come sinonimi (con lo stesso significato). Infatti, nella Bibbia troviamo molti passi, dove la parola “anima” è semplicemente usata in riferimento a una persona e, invece di trovare tradotto “persona”, troviamo “anima” (ψυχή). Già sapere questo facilita la nostra indagine.

ALCUNI ESEMPI CON ANIMA (ψυχή) O ANIME (ψυχὰς)

1) Atti 27:37: «Sulla nave eravamo duecentosettantasei persone (ψυχὰς) in tutto».

2) 1 Pietro 1:9: «…ottenendo il fine della fede: la salvezza delle vostre anime (ψυχὰς)».

3) 1 Pietro 3:20: «… che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l’arca, nella quale poche anime (ψυχὰς), cioè otto, furono salvate attraverso l’acqua».

4) 2 Pietro 2:14: «Hanno occhi pieno di adulterio e non possono smettere di peccare; adescano le anime (ψυχὰς) instabili…».

5) Atti 7:14: «Poi Giuseppe mandò a chiamare suo padre Giacobbe e tutta la sua parentela, composta di settantacinque persone (ψυχὰς)».

6) Luca 21:19: «Con la vostra costanza salverete le vite (ψυχὰς) vostre».

7) Matteo 10:28, CEI: «E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima (ψυχή): temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima (ψυχή) e il corpo nella Geenna».

8) Matteo 16:26, CEI: «Qual vantaggio infatti avrà l’uomo  se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima (ψυχή)? O che cosa potrà dare in cambio della propria anima (ψυχή)?»

9) Luca 12:19, CEI: «Poi dirò a me stesso: Anima (ψυχή) mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia».

10) Ebrei 10:38, CEI:  «Il mio giusto vivrà mediante la fede; ma se indietreggia la mia anima (ψυχή) non si compiace in lui».

11) Apocalisse 20:4: «Poi vidi dei troni. A quelli che si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime (ψυχὰς) di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine…».

ANALISI di Apocalisse 6:9 (ψυχή = psiché)

Adesso veniamo al passaggio di Apocalisse 6:9, quando l’apostolo Giovanni dice: «…vidi sotto l’altare le anime (ψυχὰς) di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che avevano resa». Ciò non vuol dire che egli vide queste persone nella realtà fisica. Cosa ci fa pensare che siano qualcosa d’altro, un’esposizione simbolica? Lo stesso Giovanni ci dà la risposta: «Ed ecco come mi apparvero nella visione…» (Apocalisse 9:17). Quello che lui vide era una visione dei martiri che chiedono giustizia con il loro grido. A loro viene data una veste bianca (altro simbolo) e viene detto loro di aspettare ancora un poco.

Che questa scena vista in visione da Giovanni sia simbolica è suffragata dal fatto che le anime gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sulla terra?» La nostra logica ci dice che se un testimone (martire) ha già dato la vita (il sangue) per la sua fede in Cristo e finisse dopo la sua morte subito in cielo o in Paradiso, come si spiega che la sua anima gridi ancora dopo tanto tempo: “Fino a quando, o Signore?” Da questa domanda dei fedeli di tutti i tempi si deve dedurre e concludere che finora il premio non è stato ancora corrisposto da parte di Dio subito dopo la loro morte. Pertanto, essi si appellano a Dio e gli domandano: “Fino a quando dobbiamo attendere per avere giustizia?”

 Non c’è altra spiegazione che quelle anime non sono vere persone, ma simboliche. Il loro sacrificio richiama l’olocausto che avveniva nel santuario sull’altare degli olocausti degli antichi Ebrei. Non vedo nessuna ragione perché si dovrebbe accantonare questa corretta e sensata interpretazione.

La risposta a quei martiri fu data in questi termini: «…che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro» (Apocalisse 9:11). Riposassero = restassero nel sonno della morte fino a quando sarebbero resuscitati con un nuovo corpo al ritorno di Gesù Cristo. È impensabile che Dio realizzi la salvezza dell’uomo in due fasi distinte nel tempo, una prima alla morte (anima immortale), e secondariamente alla resurrezione (corpo immortale). Come me lo spiegate? Una simile assurdità non si può spiegare perché è una proiezione falsa che trae in inganno.

IL TESTO DI APOCALISSE 6:9 IN GRECO

«Καὶ ὅτε ἤνοιξεν τὴν πέμπτην σφραγῖδα, εἶδον ὑποκάτω τοῦ θυσιαστηρίου τὰς ψυχὰς τῶν ἐσφαγμένων διὰ τὸν λόγον τοῦ θεοῦ καὶ διὰ τὴν μαρτυρίαν ἣν εἶχον». 

«E avendo aperto il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime (ψυχὰς) di quegli, che erano stati uccisi per la parola di Dio, e per la testimonianza, che avevano». Nuova vulgata di A. Martini.

«Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime (ψυχὰς) di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso». CEI 2008.

«Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare coloro che erano stati trucidati per la loro fedeltà alla parola di Dio e per la loro testimonianza». TILC.

IL GIUDIZIO DIVINO

Nell’Apocalisse, la Bibbia ci parla di libri che «…saranno aperti e i morti, grandi e piccoli, saranno giudicati, ciascuno secondo le sue opere. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco». (Confr. Apocalisse 20:12-13,15). Questa è la morte seconda, ossia l’annientamento totale. Gesù è venuto a sacrificare la propria vita per salvarci da questa seconda morte! Questa verità si profila con queste parole: «Beato e santo colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni» (Apocalisse 20:4). Tutti coloro che non hanno voluto riconoscere la luce trasmessa dal Vangelo dovranno un giorno rendere conto al Creatore. L’apostolo Paolo, parlando della signoria di Gesù, afferma con vigore: «Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre» (Filippesi 2:9-11). Nuova Riveduta.

CONCLUSIONE

L’immortalità dell’anima è una dottrina greco-pagana basata sugli insegnamenti del filosofo Platone, maestro di Aristotele. Questo credo si è fatto strada nel Cristianesimo, recuperato nel 13° secolo dal frate domenicano Tommaso d’Aquino, principale esponente della Scolastica cattolica. Come abbiamo fatto notare nella premessa di questo studio, l’immortalità dell’anima presuppone il premio o il castigo subito dopo la morte, una cosa totalmente contraria ed estranea alla Bibbia. Disgraziatamente, questa errata dottrina viene ancora insegnata nei Seminari e negli istituti scolastici superiori affiliati a molte chiese cristiane, come la cattolica, protestante e nelle comunità evangeliche di tutto il mondo. La sopravvivenza dell’immortalità dell’anima è consolidata in queste istituzioni attraverso l’insegnamento che viene impartito agli studenti. Ahimé! Da quelle aule dovranno uscire i futuri pastori e ministri di Dio che dovranno avere cura del loro gregge e della vigna del Signore!

FINE


©Pierluigi Luisetti.