Sarà la scienza umanistica agnostica? O il ritorno al messaggio della Bibbia? 

D. Mortimer Bennett (1818-1882) © The Truth Seeker
Ellen G. White (1827-1915) © EGWhite Writings

Un uomo e una donna americani (vedi foto) hanno vissuto lo scorrere dei decenni sotto lo stesso cielo.  Dai loro dati anagrafici possiamo dire che erano contemporanei ma i propri percorsi di vita sfociarono in posizioni diametralmente opposte. Il primo abbandonò gli insegnamenti cristiani ai quali credette per un tempo e diventò un accanito oppositore di tutte le religioni, in particolare quella cristiana. Poco più avanti traccerò un breve profilo del personaggio, tralasciando qualsiasi analisi critico-storica che non è il mio obiettivo in questa sede. La seconda figura invece partecipò come cofondatrice della Chiesa cristiana Avventista del Settimo giorno, lasciandoci in eredità numerosi libri e articoli che aiutano ancora oggi milioni di persone a comprendere meglio il messaggio della Bibbia. L’inesistenza di Dio, la negazione dell’atto creativo di un Dio personale che plasma l’uomo dalla terra, il rifiuto dei libri della Bibbia sono aspetti dichiarati apertamente in tutto il mondo da quelle associazioni culturali che professano la Scienza umanistica, il pensiero razionale agnostico. L’American Humanist Association (AHA), tanto per citarne una oltre oceano, è forse la più grande. Se diamo invece uno sguardo sul territorio nazionale, apprendiamo che esiste un’associazione laica con gli stessi ideali chiamata UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti). Attraverso la pubblicazione di una rivista bimestrale L’Ateo promuove la filosofia atea e agnostica. Le radici di questo fenomeno fondano già nel 19mo secolo, dove alcuni pensatori critici gettarono le basi di organizzazioni secolari atee (profilate come Compagnie, Società, Alleanze eccetera) qualificate come forze propulsive che avevano come obiettivo l’elevazione dell’umanità, lo sviluppo di un mondo nuovo svincolato dai dogmi e dalle pastoie ecclesiastiche.

Un personaggio di spicco fu D. Mortimer Bennett, americano, (1818-1882), fondatore di una compagnia atea chiamata The Truth Seeker. La sua omonima rivista appare sulla scena nel 1873. Bennett trascorse anche tredici mesi in prigione a causa delle sue attività propagandistiche radicali contro le istituzioni conservative del tempo. Scrisse un grosso volume (1200 pagine) dal titolo The Champions of the Church. Their crimes and persecutions, 1878. Esso contiene le sue pesanti accuse rivolte ai numerosi papi che si avvicendarono nella Chiesa cattolica, ma non risparmiò neppure figure eminenti nell’ambito protestante come Lutero. Dai critici cristiani, suoi detrattori, fu definito l’avvocato del diavolo. Il regista e documentarista Roderick Bradford, suo fedele estimatore, lo presenta come un martire del pensiero umanistico, un rivoluzionario che fu irremovibile nelle sue idee fino alla fine dei suoi giorni di vita. Dobbiamo tenere conto che il 19mo secolo era caratterizzato dalla rivoluzione industriale, dalla scoperta dell’elettricità, dalle scoperte scientifiche nel campo della medicina, biologia: dappertutto c’era un fermento volto a sostituire i ritmi di vita finora conosciuti con altri nuovi modelli. Il pensiero liberale anticlericale trovava terreno fertile per la sua propagazione. Nondimeno, Charles Darwin scrisse il suo libro Le origini della specie (1859) che gettò le basi della teoria sull’Evoluzionismo scientifico, scardinando la maestà di un Dio creatore come annunciato nei primi capitoli della Genesi.

Conoscere le ragioni che stavano alla base delle nascenti correnti di ateismo antiche (e nuove), avrà in qualche modo la sua utilità per il credente, ma questo non basta, bisogna passare all’azione e fare delle scelte coraggiose. Non si deve mai perdere di vista che la fede cristiana non è il risultato di una filosofia razionale, nemmeno è un Credo morale basato sui quei dieci Comandamenti consegnati da Dio a Mosè nel deserto. La fede cristiana è, nell’essenza, un incontro personale con gli insegnamenti rivelati da Gesù Cristo nei Vangeli, sia quelli elementari, sia quelli di più difficile comprensione. Di questi ultimi ce ne sono parecchi, ma – tutto sommato – il parlare di Gesù era chiaro e comprensibile. Lui lo dimostra con evidenza davanti all’interrogatorio di Pilato, il procuratore romano. Cristo non esitò a dirgli apertamente qual era lo scopo della sua missione sulla terra: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Ma dunque, sei tu re?» Gesù rispose:«Tu lo dici, sono re; io sono nato per questo e per questo sono venuto nel mondo per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». Vangelo di Giovanni 18:36-38. NR 2006.

Princìpi di Educazione cristiana, Ellen G. White (1827-1915).

“Il più grande bisogno del mondo è il bisogno di uomini che non si possono né comprare né vendere; uomini che sono leali e onesti fino nell’intimo del loro animo; uomini che non hanno paura di chiamare il peccato con il suo vero nome; uomini la cui coscienza è fedele al dovere come l’ago magnetico lo è al polo; uomini che stanno per la giustizia anche se dovessero crollare i cieli”.

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© Pierluigi Luisetti