Riflessione di Pierluigi Luisetti. Breve ritratto del teologo.  

Vito Mancuso, prete spretato e teologo cattolico. È stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini nel Duomo di Milano, il 7 giugno del 1987, all’età di 23 anni.  A distanza di un anno, ha chiesto di essere dispensato dalla vita sacerdotale e di dedicarsi solo allo studio della teologia. Ricevuta la dispensa papale, si è sposato nella parrocchia milanese di santa Maria del Suffragio con Jadranka Korlat, ingegnere civile. Dal matrimonio sono nati Stefano, nel 1995, e Caterina nel 1999. Dal gennaio 2010 scrive periodicamente per il quotidiano La Repubblica e altri ancora.

Commento/15 agosto 2017

Prima di entrare in merito del personaggio che vorrei farvi conoscere, ritengo sia utile ricordare che il popolo avventista di tutto il mondo (una ventina di milioni) sta studiando questo terzo trimestre 2017 Il Vangelo nella Lettera ai Galati dell’apostolo San Paolo. Proprio sulla base di questo accorato scritto apostolico faccio partire il mio commento.

Paolo, dopo una brevissima introduzione nella quale rivendica la sua autorità e missione di apostolo per volere diretto di Dio, sa usare subito dei toni molto forti verso i nuovi convertiti della Galazia (Territorio della Turchia moderna) che furono da lui precedentemente evangelizzati con successo. Infatti, intravvedendo nei loro ranghi un possibile abbandono dei suoi insegnamenti, suscitato in mezzo a loro dal sabotaggio del Vangelo di alcuni neocristiani giudaizzanti, si sente di affermare con vigore:

«Mi meraviglio che così presto voi passiate da colui che vi ha chiamati mediante la grazia {di Cristo} a un altro vangelo; ché poi non c’è un altro vangelo, però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.   Ma anche se noi o un angelo dal cielo annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema». Galati 1:6-9. NR 2006

Credo che questa ultima frase ripetuta per ben due volte, possa essere la chiave di lettura di quanto seguirà nell’Appendice delle prossime quattro pagine. La Bibbia e la sua progressiva Rivelazione nei secoli è stata data agli uomini affinché comprendessero il piano di salvezza centrato nell’unico sacrificio del Figlio di Dio. Secondo le Scritture, egli venne nel tempo prestabilito sulla terra per rivelarcelo pienamente (Galati 4:4). Fare teologia “seria” come vorrebbe intendere Vito Mancuso nei suoi saggi di ricerca, non significa scegliere la sola strada della polemica e della contrapposizione contro le dottrine che nella sua chiesa non gli stanno bene e sarebbero “da riparare”, ma bensì trasmettere fedelmente innanzitutto, nell’essenza, quello che Gesù disse di mettere in pratica fino al suo secondo ritorno (Matteo 28:19,20): «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,  insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente». E riguardo la dialettica filosofica e “l’alta critica”, entrambi molto di moda ai nostri giorni, San Paolo avverte ancora di non lasciarsi trascinare in discorsi vani:

«Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo». (Colossesi 2:8) NR 2006

Se oggi La Buona Novella di Cristo annunciata nelle varie forme dai suoi seguaci non si allinea completamente alle direttive di Gesù e di quanto detto dall’apostolo Paolo ai Galati e Colossesi, è da rigettare come “spazzatura” (cfr. Filippesi 3:8). Questo è il forte vocabolo usato da lui stesso altrove.

In un breve video promozionale del suo libro “Io e Dio”, Mancuso afferma decisamente che non bisogna credere solo alla Bibbia, nemmeno appoggiarsi sulla tradizione cattolica, ma andare oltre. Oltre come, ci chiediamo? Per dovere di correttezza, ma anche per afferrare meglio il suo pensiero, riporto una trascrizione parziale del suo parlato in questo video. Il sottofondo musicale, a mio avviso, è veramente fuori luogo perché si sovrappone.

Trascrizione parziale del video promozionale “Io e Dio” su Youtube

Vito Mancuso si esprime così: «…Io ritengo che si possa giungere, venire a capo al problema dell’esistenza, a toccare realmente il problema di Dio, innanzitutto negando le risposte tradizionali che la tradizione occidentale ha consegnato. Quali sono queste risposte? Sostanzialmente due: 1) La chiesa, principio cattolico 2) La Bibbia, principio protestante. Ecco, io nego che la via per giungere a Dio possa giungere dalle risposte che la chiesa dà e dalle risposte che la Bibbia dà. Occorre superare queste due tradizioni, ovvero, occorre passare da quello che io definisco il principio di autorità: credo in Dio perché lo dice la Chiesa, credo in Dio perché lo dice la Bibbia – è necessario giungere al principio di autenticità. Cioè, credo che dentro di ciascuno ci sia una tensione intima verso il bene, verso la giustizia, verso l’amore che è esattamente la scintilla che ci consentirà di risolvere quel problema di cui accennavo all’inizio».

Arrivato a questo punto, faccio seguire come Appendice un contributo del pastore  Marco Cannizzaro (a quel tempo responsabile della chiesa avventista di Bolzano) apparso su Il Messaggero Avventista del maggio 2013. L’articolo può fare maggiormente luce sulla figura controversa di questo teologo che occupa un posto di rilievo nel discorso religioso. Quest’appendice ha lo scopo di delineare, in sintesi, il pensiero personale del noto docente di Teologia moderna e contemporanea all’Università San Raffaele di Milano. Dopo che il pastore ha letto il suo libro Io e Dio: Una guida dei perplessi, ne fa qui una valutazione teologica-biblica dal punto di vista del Credo avventista. Va fatto notare che durante la stesura dell’articolo Josef Ratzinger aveva già lasciato il suo pontificato il 28 febbraio 2013.

Fine commento di P. Luisetti/Segue Appendice.

APPENDICE 

I dubbi del teologo by Marco Cannizzaro

Fonte: Il Messaggero Avventista, maggio 2013.

La lettura del libro Io e Dio: Una guida dei perplessi (Garzanti Libri, 2011, pp. 488) mi ha fatto capire che quella di Vito Mancuso è una personalità più complessa rispetto a quella del teologo del dissenso invitato spesso nei dibattiti in televisione.

Il primo impatto: Dio non è Creatore?  Stigmatizzando le conclusioni della Commissione biblica di Pio X, Vito Mancuso afferma: «Oggi, a parte qualche fondamentalista le cui opere stanno a cavallo tra il genere fantasy e quello comico, tutti riconoscono che i primi tre capitoli della Genesi contengono miti…» (pp. 237,238). E ancora a pagina 251, parlando della Rivelazione nella storia e come storia: «Che Adamo ed Eva siano personaggi storici realmente esistiti, oggi, tra gli studiosi seri, cattolici e di altri orientamenti, non lo sostiene più nessuno».

Ovviamente, Mancuso, gli Avventisti non li prende nemmeno in considerazione. Il libro si rivolge a quanti, credenti e non, si sentono comunque in conflitto con il verticismo politico e dottrinale del cattolicesimo. E questo anche se il teologo tiene al suo essere cattolico, proprio per rispetto del ricordo di chi l’ha istruito nella fede – la madre e le suore canossiane dell’asilo e dell’oratorio (cfr. p. 191) – ma da allora, il suo percorso personale si è notevolmente allontanato da quegli insegnamenti.

 Continuare la lettura sul PDF 

Per scaricare il PDF di 6 pagine.
La buona novella di Vito Mancuso Download

©Pierluigi Luisetti