Riflessione di Pierluigi Luisetti.

Oggi vorrei attirare la vostra attenzione su di un evento comune che probabilmente molti di noi hanno vissuto, magari più di una volta. Io stesso mi sono trovato parecchie volte in questa situazione che andrò a narrare. Mi riferisco a quella realtà del fastidioso “sassolino” che si è introdotto in uno dei nostri sandali mentre eravamo a passeggio o in cammino verso un luogo. I sandali sono molto pratici per spostarci un po’ ovunque, al mare, in città o quando ci capita di camminare su qualche strada di campagna su terra battuta. Questi sandali li usiamo di preferenza nella stagione estiva perché ci permettono di non sporcare le nostre belle scarpe che usiamo d’abitudine quando vogliamo essere un poco più eleganti. I sandali, quindi, sono perfetti e comodissimi, ma hanno un punto debole, cioè non ci proteggono completamente come lo fanno un paio di scarpe di cuoio classiche del tipo tradizionale.

Questi sassolini dalle dimensioni di 2-3 millimetri, a volte, sono disseminati a terra, sparpagliati a macchia su qualche marciapiede della nostra città quale risultato dell’incuria di manutenzione da parte delle istanze locali. All’improvviso, senza che ce ne accorgiamo, accade che al nostro passaggio, uno di questi sassolini viene sollevato da terra e penetra tra la pianta del piede e il plantare della calzatura. Ahi, diciamo subito! Che fare? Continuiamo? Ce lo teniamo dentro il fastidioso sassolino per non perdere tempo? No, non c’è altra soluzione che quella di fermarci, sollevare la fibbia a strappo del sandalo, allentare tutto, togliere il piede dalla calzata e liberarcene in fretta. Che sollievo proviamo! Da ora in poi possiamo continuare il nostro cammino in piena libertà.

1. La lezione del sassolino e la libertà cristiana. A che cosa serve questo racconto, mi si dirà? Rispondo così: similmente è da intendersi la libertà cristiana. Per essere veramente liberi dobbiamo respingere o liberarci da quelle dottrine sbagliate che producono non solo un peso inutile da portare, ma sono anche pericolose. La lezione spirituale del sassolino serve a farci comprendere che anche le minime cose che s’interpongono nella nostra vita di fede produrranno dei dolori, degli effetti negativi se non ce ne liberiamo totalmente gettandole alle ortiche. Un vero cristiano non potrà convivere con qualche “sassolino” nelle sue scarpe se vuole camminare bene con Dio e fare la sua volontà. Deve liberarsene e farlo subito senza indugio. «Non tutti quelli che dicono: ‘Signore, Signore!’ entreranno nel regno di Dio. Vi entreranno soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio che è in cielo». (Matteo 7:21, TILC).

Le domande centrali per un cristiano dovrebbero essere queste: chi dirige i miei passi? Sono io stesso che decido che cosa è bene o male? Sarà la mia chiesa ad assumersi il ruolo della mia coscienza? Quando dovrò prendere una decisione importante sarà sufficiente consultare il catechismo? Oppure farei meglio a leggere la Sacra Scrittura, dove potrei trovare maggiore luce, una guida sicura, conforto e risposte ai miei quesiti? Nell’Antico Testamento si leggono queste due belle benedizioni per il credente (Proverbi 3:5,6): «Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento.  Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri».

(Geremia 17:7,8) «Benedetto l’uomo che confida nel Signore e la cui fiducia è il Signore! Egli è come un albero piantato vicino all’acqua, che distende le sue radici lungo il fiume: non si accorge quando viene la calura e il suo fogliame rimane verde; nell’anno della siccità non è in affanno e non cessa di portare frutto».

2. L’immortalità naturale dell’anima. Uno dei tanti “sassolini” che sono un grave ostacolo per una fede bilanciata e consapevole è la credenza nell’immortalità naturale dell’anima. Si tratta dell’insegnamento che viene predicato e professato ancora oggi in molte chiese cristiane per pura tradizione, non perché sono rivelate nella Bibbia. E tutt’attorno ci sta un florido e fantasioso commercio che non conosce limiti (fiori per la commemorazione dei morti, lumini, candele, messe di suffragio a pagamento per i morti e per i vivi e altre cose ancora che qui omettiamo di elencare).

Molti cristiani l’accettano questa dottrina di origine platonica e non si fanno problemi di sorta. Mi sia permesso di andare oltre dicendo che questo falso insegnamento sull’immortalità dell’anima, ereditato dall’antica cultura greco-pagana e adottato dal Cristianesimo nel corso del tempo, non è più un sassolino di poco conto ma è diventato addirittura un macigno che non si vuole togliere di mezzo. Perché? Nel caso della Chiesa cattolica romana, toglierlo di mezzo significherebbe che essa debba riconoscere che ha errato nel suo Magistero e quindi non è più infallibile come vuole fare credere ai suoi fedeli. Che figura ci farebbe la Chiesa con una tale ammissione? Farebbe crollare l’edificio sul quale poggia il primato papale e l’autorità secolare della Chiesa romana. Altre chiese protestanti e evangeliche, purtroppo, insegnano la stessa cosa, dicendo che questa dottrina la ricavano dagli insegnamenti biblici. E allora come vogliono interpretare questi cristiani quando l’apostolo Pietro nel giorno della Pentecoste afferma queste cose attorno al patriarca Davide (Atti 2:29,34):

«Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d’oggi tra di noi. … (34) Davide infatti non è salito in cielo».

Il fatto che Davide non è salito al cielo è una prova che egli rimarrà nella tomba fino alla risurrezione dei morti. Quando Cristo ritornerà in gloria negli ultimi giorni ad instaurare il suo Regno, egli risorgerà assieme agli altri eletti per ricevere il premio.

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Il sassolino gettiamolo alle ortiche

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Den Kieselstein werfen wir ihn in den Müll (deutsch)

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©Pierluigi Luisetti