Riflessione di P. Luisetti in 5 tappe sull’apostolo Paolo.
Chi desidera rinfrescarsi la memoria e istruirsi nella verità deve esaminare quello che accadde alla chiesa primitiva nel giorno della pentecoste e nei giorni immediatamente successivi. Sarà bene anche studiare attentamente, nel libro degli Atti, le esperienze di Paolo e degli altri apostoli poiché il popolo di Dio, ai giorni nostri, deve passare attraverso simili prove. Ultimi giorni di Ellen White, cap. 10.
A seguito di questa raccomandazione d’introduzione vorrei percorrere in cinque tappe, non esaustive, alcune scene della vita tormentata dell’apostolo Paolo riportate negli Atti degli Apostoli. Paolo, l’uomo ancora oggi discusso e studiato dai teologi, dagli storici, dai normali credenti. Persino gli atei dichiarandosi fieri della loro posizione intellettuale superiore, lo citano. Gli atei parlano di lui? Certo, anche loro conoscono la Bibbia e ne espongono certi passaggi a varie riprese, ma solo con lo scopo di confutarla, perché a essa non ci credono, la negano assiduamente. Protagonisti di rilievo come p. es. Paolo di Tarso, Luca l’evangelista e altri, vengono da loro classificati come uomini che raccontavano frottole. Fa parte della loro cultura abbattere tutto ciò che ha odore di cristianesimo, tanto più se una qualche esposizione in suo favore riconduce a una matrice cattolica.
Nella rivista pagana online – www.altrogiornale.org – ho letto questo saggio firmato nel 2010 da Pasquale Galasso dal titolo: Paolo di Tarso, un super apostolo inventato. Ecco le prove.
«Su di lui non esiste alcuna testimonianza scritta extracristiana e tanto meno archeologica che ne documenti la vita e le opere; le uniche fonti sono esclusivamente religiose delle quali la più importante e ricca di riferimenti biografici è “Atti degli Apostoli”, la cui redazione, secondo la tradizione fideista, viene accreditata a san Luca».
Come si nota, in questo paragrafo è messo in dubbio l’esistenza dell’Apostolo. Ancora più avanti nel suddetto saggio, le sue gesta narrate negli Atti degli Apostoli vengono dichiarate frutto di una costruzione, un mito sorto nella mente di Luca per interessi ideologici. Agli scettici che volessero dubitare l’esistenza storica di Paolo aggiungerei: nessuna opera della letteratura classica, greca o latina, è fondata su documenti sicuri meglio di quanto fosse la Bibbia. Ad esempio delle opere di Platone (427-347 a. C.) disponiamo solo di due manoscritti che datano IX e X sec. d. C. Perché questi testi classici, che appartengono al patrimonio dell’umanità, non sono mai stati messi in discussione o attaccati con tanta veemenza? Perché tanta severità e accanimento solo sulla Bibbia? Lasciamo stare le contestazioni di questa categoria di uomini senza fede che vorrebbero portare delle prove a loro favore con metodi storiologici per smantellare l’opera meravigliosa di quest’uomo, appunto Paolo. Questo ci fa capire che questi negazionisti non abbiano mai sentito parlare una sola volta di Konstantin Tischendorf (1815-1874), lo studioso e filologo tedesco che dedicò tutta la sua vita alla ricerca degli originali del Nuovo Testamento.
Per una provvidenza divina scopri nel monastero di Santa Caterina, situato ai piedi del monte Sinai, degli antichissimi manoscritti che furono datati attorno alla metà del IV secolo dopo Cristo (330-350 d. C). Quarantatré dei 346 e ½ manoscritti originali da lui scoperti, chiamati appunto Codice Sinaitico, sono depositati nella biblioteca dell’università di Lipsia, Germania. A questo fantastico personaggio ho dedicato una mia traduzione dall’inglese di un articolo di Siegfried Horn del 1982 che ha come titolo Tischendorf e il Nuovo Testamento.
Download per aprire/scaricare direttamente il documento. Vi assicuro che il racconto vi lascerà meravigliati, tanto è affascinante la vicenda che ruota attorno a quest’uomo che fece così tanto a favore della verità!
Continua: Fatti non accaduti in un cantuccio.
Lo scopo della mia breve riflessione verte invece a rivalutare e innalzare il coraggio di un credente, Paolo, che si è messo in questione totalmente, facendo autocritica e lasciandosi condurre dallo Spirito di Dio che lo mise da parte per un’opera particolare che nessun altro avrebbe potuto fare in quei momenti di svolta e di cambiamenti.
CINQUE TAPPE DELLA VITA DI PAOLO
■ TAPPA 1/ Paolo: La sua conversione (Cap. 9 degli Atti).
■ TAPPA 2/ Paolo dinanzi a Felice (Cap. 24 degli Atti).
■ TAPPA 3/ Paolo custodito a Cesarea (Cap. 25 degli Atti).
■ TAPPA 4/ A Cesarea: Nella sala di Festo (Cap. 26:24-29 degli Atti).
■ TAPPA 5/ Paolo giunge a Roma (Cap. 27-28 degli Atti).
TAPPA 1/ PAOLO: LA SUA CONVERSIONE (Cap. 9 degli Atti)
Ebbene, noi tutti conosciamo un poco la storia della conversione di Saulo di Tarso che diventò poi Paolo, l’apostolo. Non saremo mai abbastanza stupiti circa la vita di quest’uomo che aveva dinanzi a sé una carriera brillante come zelante fariseo. La sua impresa di persecuzione contro la nuova religione nascente, la nuova Via, che egli aveva intrapreso nella sua furia e fanatismo, è descritta in vari modi proprio negli Atti degli apostoli a ricordo di tutti. Le cose che riguardavano i suoi progetti di vita andarono in modo molto diverso da come lui si fosse aspettato. Nell’incontro folgorante con il Signore Gesù sulla via di ritorno verso Damasco, Gesù fece di lui una nuova persona. Ecco alcune frasi significative tratte dal libro di Ellen White, Gli uomini che vinsero un impero, Edizioni AdV, Firenze, 1989, Capitolo 13, pag. 78:
Paolo era ufficialmente conosciuto come uno zelante difensore della religione ebraica, e come un instancabile persecutore dei seguaci di Gesù. Era coraggioso, indipendente, perseverante, e i suoi talenti e la sua educazione lo avrebbero reso idoneo a servire in qualsiasi ambito. Egli sapeva esprimersi con straordinaria chiarezza, e con il suo annientante sarcasmo poteva mettere in difficoltà qualsiasi oppositore.
Ellen White
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Fatti non accaduti in un cantuccio
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©Pierluigi Luisetti