LA PARABOLA DEL SERVITORE INFEDELE

«Per tutto c’è il suo tempo, c’è un tempo per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire… un tempo per piangere e un tempo per ridere…» (Eccl. 3:1,2,4).

«Il rimorso è il dolore per quello che uno ha fatto, il rimpianto è il dolore per quello che uno non ha fatto».

«Lì ci sarà il pianto e lo stridor dei denti». Così termina la parabola di Gesù che attira la nostra attenzione sulla condotta del servitore infedele. La narrazione ci fa vedere come il padrone, ritornato da una missione, reagisce con i servitori ai quali aveva assegnato loro il compito di curarsi del nutrimento dei domestici di casa sua. Coloro che furono colti e trovati inadempienti, cioè non avendo operato con diligenza e onestà nel loro lavoro, vengono cacciati in tronco con un severo castigo! Da questa parabola ho preso spunto per la mia riflessione che si concentra sulla fedeltà o non fedeltà del cristiano.

Esiste una fitta classificazione di pianti che dipendono dai tempi e dalle circostanze in cui uno si trova e come le vive. Secoli fa, prima di noi, a questa conclusione il saggio re Salomone ci arrivò anche lui. Le sue sentenze si trovano nel libro dell’Ecclesiaste (Qoelet). «Per tutto c’è il suo tempo, c’è un tempo per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire… un tempo per piangere e un tempo per ridere…» (Eccl. 3:1,2,4). Si può concordare con lui che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, anche perché ogni essere umano che nasce incomincia il suo ingresso nel mondo con un pianto. Ecco alcune tipologie di pianti:

Pianto di gioia – Pianto di tristezza – Pianto di stupore – Pianto di liberazione – Pianto di avversità – Pianto di delusione – Pianto di espulsione –

Se il pianto di gioia può conferire degli effetti benefici alla salute, il pianto sul quale vorrei soffermarmi è un pianto di un’enorme gravità: il pianto di espulsione. Il solo pensiero è delirante: incorrere in una situazione di espulsione, o di farne parte, dovrebbe fare rabbrividire chiunque e spingere ogni persona a cercare di porre rimedio prima che ciò possa accadere. Vediamo come ci si può preparare in modo di prevenire una simile triste situazione.

La Bibbia dice esplicitamente questo con chiarezza e serietà: verrà il giorno della resa dei conti. In quel giorno, milioni di professanti cristiani manifesteranno un pianto di dolore per essere stati squalificati, rifiutati dal loro padrone per avere fallito nel loro dovere. Mi riferisco alle parole di Gesù contenute in una delle sue parabole, quella del servitore infedele: «Qual’è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato! Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni. Ma, se egli è un servo malvagio che dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”; e comincia a battere i suoi conservi, a mangiare e bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se l’aspetta, nell’ora che non sa, e lo punirà severamente e gli assegnerà la sorte degli ipocriti. Lì ci sarà il pianto e lo stridor dei denti» (Matteo 24:50,51).

IL GIUDIZIO VALE SU QUELLI DI CASA

Per evitare al lettore un possibile disorientamento, desidero anticipare che lo studio non sarà onnicomprensivo, esaustivo, ma focalizza il giudizio sulla categoria di coloro che si sono professati cristiani (quelli della casa di Dio). In altre parole, il verdetto che viene pronunciato nella parabola non ha una configurazione universale, ma locale. Non si applica agli empi e altri “operatori di iniquità” (Matteo 7:22-23) che richiederebbe uno studio a parte. L’apostolo Pietro conferma questo concetto: «Infatti, è giunto il tempo in cui il giudizio deve incominciare dalla casa di Dio; e se incomincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al Vangelo di Dio?» (1 Pietro 4:17)

Riassumiamo il pensiero della parabola: il Signore (equivalente di padrone), aveva affidato ai suoi servitori il compito di nutrire (con cibo spirituale) i suoi domestici per un periodo di sua assenza da casa per svolgere una missione importante (ascesa al cielo). Dopo avere esaminato la loro condotta, al suo ritorno (la parusia) emetterà la sentenza di lode o condanna su ciascuno di loro, secondo come si sono comportati nella loro mansione.

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© Pierluigi Luisetti